Disfunzione segmentale e ipertensione – Parte 1

Cambiamenti nella presenza di un pattern di disfunzione segmentale associato all’ipertensione.
Uno studio longitudinale a breve termine

Scarica l’articolo originale (William L. Johnston, DO; Albert F. Kelso, Ph.D.; Hopward B. Babcock; Journal of the American Osteopathic Association, Vol 95, Issue 4, 243-243)

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Vedi anche: Studio longitudinale a lungo termine

Nella ricerca liberamente sintetizzata è stato studiato un pattern di disfunzione somatica segmentale statisticamente significativa associato ad un’anamnesi di pressione sanguigna alta allo scopo di individuare possibili cambiamenti dopo un intervallo di 4- 8 mesi. Fra i soggetti volontari, che provenivano da uno studio ambulatoriale cittadino, vi erano normotesi, ipertesi borderline e individui ipertesi. Un esame palpatorio standardizzato ha valutato la presenza di specifiche asimmetrie motorie a livello dei segmenti spinali C6, T2 e T6 e se fossero confermate da asimmetrie motorie speculari nei segmenti adiacenti. Le misurazioni della pressione sanguigna e la diagnosi di ipertensione hanno seguito gli standard della American Heart Association.
La presenza ripetuta del pattern in soggetti con un’anamnesi di ipertensione è risultata statisticamente rilevante. La presenza del pattern in soggetti normotesi, invece, è risultata casuale. Dall’anamnesi dei soggetti durante il periodo di studio non si è rilevata nessuna interferenza dall’uso di farmaci anti-ipertensivi, da gravi incidenti o malattie intercorrenti sulla continua presenza del pattern.

Parole chiave: Disfunzione somatica, pressione sanguigna alta, ipertensione, asimmetria motoria, disfunzione segmentale, valutazione funzionale, disfunzione motoria segmentale, asimmetrie motorie speculari.

Introduzione

I segni fisici, compresi i sintomi relativi ad una disfunzione somatica percepibili al tatto, forniscono dati clinici allo scopo di valutare e seguire lo stato di salute del paziente. La significatività clinica dei sintomi fisici dipende dal loro rapporto con i disturbi della struttura/funzione locale per quanto riguarda le interazioni del sistema somatico e di altri apparati dell’organismo. I sintomi stabili, rilevati in modo attendibile e registrati in modo continuo, sono utili per seguire lo stato di salute di un paziente o per rivalutarlo dopo mesi o anni. Gli studi longitudinali accrescono le conoscenze relative alle funzioni somatiche e alle interazioni fra l’apparato somatico e altri apparati dell’organismo. Solo pochi di questi studi, tuttavia, sono stati condotti da osteopati [1,2]. Un metodo per testare i segni di disfunzione somatica stabili rilevabili alla palpazione è emerso nel 1972 e 1973 [3] Un case study si è avvalso di dati registrati in modo continuo ottenuti tramite tecniche palpatorie e termografiche per monitorare la presenza di un’area di disfunzione segmentale nell’arco di un periodo di 6 mesi. La disfunzione somatica era evidente nei controlli motori somatici e simpatetici per tutto il periodo dello studio [4].
Un approccio sistematico applicato all’esame palpatorio volto ad individuare segni di disfunzione somatica iniziò ad essere sviluppato negli anni ’70 [5]. Ognuno dei tre livelli dell’esame, dall’esame preliminare iniziale alla definizione segmentale, comporta specifici test di mobilità e di cambiamento tissutale; la sequenza dei test permette un processo diagnostico logico per la disfunzione somatica e segmentale. Alcuni esaminatori esperti, i quali erano all’oscuro dei dati ottenuti dai colleghi, hanno valutato l’attendibilità degli esaminatori nell’usare i test tissutali e motori duranti ogni fase dell’esame clinico. [6,8]
La standardizzazione dell’esame palpatorio, dei criteri di valutazione e della registrazione dei dati è utile per individuare segni stabili di pattern di disfunzione somatica che potrebbero essere associati ad altri disturbi. Nella pratica clinica, il primo autore di questo articolo (W.L.J.) ha standardizzato specifiche tecniche di valutazione per individuare la presenza di un pattern di disfunzioni segmentali nell’area C6T2T6 presente prevalentemente in soggetti con una diagnosi di ipertensione [3]. Sono seguiti studi incrociati che si sono avvalsi di esaminatori in cieco per verificare l’attendibilità delle procedure standardizzate [8,9] Questi studi hanno individuato un’associazione statisticamente significativa fra il pattern delle disfunzioni segmentali a livello di C6T2T6 e l’ipertensione. Le tecniche standardizzate, i segni stabili ed un’associazione fra il pattern somatico e l’ipertensione documentata da studi precedenti hanno fornito le risorse per uno studio longitudinale.
In questo studio longitudinale ci si è basati su misurazioni della pressione sanguigna, un esame palpatorio delle disfunzioni motorie segmentali nella regione compresa fra C5 e T7 e su dati ricavati dall’anamnesi passata e da quella ad interim. Le uniche variabili in questo studio sono state quelle verificatesi naturalmente nel soggetto nell’arco di tempo intercorrente fra la visita iniziale e l’esame follow-up. L’impianto, i metodi e l’analisi statistica sono identici al disegno degli studi epidemiologici che indagano i fattori di influenza legati allo sviluppo delle patologie [10,11] Ci siamo concentrati sulla possibile relazione fra lo svilupparsi del pattern C6T2T6 e la pressione sanguigna alta o l’ipertensione conclamata.
Indagini secondarie hanno riguardato le possibili influenze delle variabili ricavate dall’anamnesi relativa al periodo intercorso fra le due visite , in particolare l’uso di farmaci anti-ipertensivi o il verificarsi di seri incidenti, interventi chirurgici e malattie.

Metodi

Soggetti dello studio
Il protocollo e le procedure di ricerca per il consenso informato sono state approvate dal comitato istituzionale di revisione del Chicago College of Osteopathic Medicine della Midwestern University (CCOM) e della Michigan State University. Il campione dei soggetti di studio è stato reclutato fra i pazienti delle Cliniche Ambulatoriali della CCOM, composte principalmente da individui Afro-Americani, ma comprendente anche alcuni soggetti bianchi, ispanici e orientali.
Il medico di base (H.B.B) ha intervistato e reclutato la maggior parte dei 253 soggetti da esaminare. Nello spiegare lo studio, ha posto l’accento sulla necessità di ripetere la visita dopo all’incirca 6 mesi. È stato ottenuto il consenso informato ed è stata fissata la visita iniziale. Le prenotazioni per il follow-up sono iniziate 4 mesi dopo la visita iniziale e sono continuate per tutto l’ottavo mese seguente alla stessa.
Sono stati esclusi i soggetti i cui gravi problemi muscoloscheletrici o debilità avrebbero interferito con l’esame palpatorio. Se una grave malattia complicava lo stato di salute del soggetto, gli appuntamenti sono stati spostati ad altra data. Sono stati sospesi quei soggetti che non si sono sottoposti alla seconda visita entro 8 mesi dalla prima.

Reperimento dei dati
Nel dossier del paziente è stata aggiunta la nota “paziente visitato in una clinica di ricerca osteopatica”, corredata di firma e data. Le cartelle cliniche dei pazienti sono state esaminate per rilevare dati anamnestici e discusse poi con il paziente durante il colloquio seguito all’esame palpatorio (W.L.J.). Durante il secondo esame, le informazioni riguardanti patologie o incidenti gravi verificatisi nel periodo intercorso fra le visite sono state indagate dopo l’esame palpatorio. I dati sono stati registrati in un dossier separato. I documenti relativi alla ricerca contenevano le seguenti informazioni: pressione sanguigna attuale, rilevamenti palpatori dell’ esame muscoloscheletrico, annotazioni su stoffa di punti anatomici ed indicazioni sul formato da usare per registrare le asimmetrie motorie segmentali rilevate durante i test motori. Le annotazioni su tessuto hanno mostrato la posizione degli indicatori vertebrali usati per confrontare i rilevamenti emersi durante l’esame follow-up [4,7,11]. La raccolta delle osservazioni durante i test motori indicano la presenza o l’assenza di (1) funzione motoria asimmetrica nei segmenti centrali a livello C6, T2 e T6 e (2) asimmetrie speculari motorie nei segmenti adiacenti.

Livello dell’ipertensione
Il livello ipertensivoipertensivo borderline o normotensivo dei soggetti è stato determinato precedentemente alla loro partecipazione allo studio. I pazienti che mostravano una pressione sanguigna alta in due visite consecutive sono stati indirizzati a delle cliniche cardiovascolari per degli ulteriori accertamenti. Questi esami e le misurazioni della pressione sanguigna hanno aderito agli standard dell’American Heart Association [13]

In questo studio l’ipertensione, di grado 2 o di un grado più elevato, si è basata sulla diagnosi del cardiologo. I soggetti sono stati classificati soggetti ipertesi clinici se erano in quel momento in cura per questa patologia. I soggetti ipertesi borderline comprendevano quei volontari che non potevano essere definiti normotesi per il fatto di aver sofferto occasionalmente di pressione alta, come rilevato dall’ anamnesi, ma che non rientravano nemmeno nella categoria di pazienti che necessitano di cure per l’ipertesione di grado superiore a 1. E’ stato annotato qualsiasi uso di farmaci anti-ipertensivi da parte di soggetti ipertesi borderline. I soggetti normotesi non presentavano un’anamnesi di pressione alta; all’inizio dello studio la loro pressione era <140/90 Hg.

Esame palpatorio
L’esame palpatorio osteopatico si è svolto in tre fasi:

  1. Una valutazione iniziale, effettuata sul paziente in piedi, ha rilevato segni di disfunzione somatica regionale [5]. 
  2. Un esame successivo più approfondito (esame di livello intermedio) ha individuato le zone di segmenti spinali disfunzionali rilevando segni locali di maggiore [7,14] 
  3. Con il paziente seduto, come nella Figura 1, un esame dettagliato della regione spinale compresa fra C5 a T7 ha rilevato risposte motorie segmentali asimmetriche [8]

La valutazione si è basata sul confronto delle risposte ai test motori e cioè al paragone delle resistenze percepite in una direzione rispetto a quella opposta [3].
I test motori comprendevano gli indici seguenti: confronti fra la traslazione laterale passiva a destra e a sinistra; la traslazione passiva anteriore e posteriore; inspirazione attiva ed espirazione [8]. L’asimmetria veniva confermata quando, durante la fase iniziale del test motorio, si verificava immediatamente una sensazione di resistenza in rapido aumento verso una direzione del movimento ed una sempre minore resistenza verso quella opposta.


Figura 1.
 Posizionamento delle mani per un esame segmentale della regione compresa fra C5 e T7. In questo caso, i pollici sono posizionati, su tutti e due i lati, sui tessuti al di sopra dei processi trasversi a livello di T2. In una tecnica alternativa l’operatore può usare una mano, con l’indice e il medio distesi così da toccare la linea mediana e i polpastrelli posti al di sopra dei processi trasversi su ambedue i lati. (da Johnston et al).

Figura 2.
 Rappresentazione schematica di unità di disfunzione comprendente tre segmenti focalizzate a livello di C6, T2, T6. Le frecce direzionali indicano la risposta asimmetrica al test di traslazione laterale, tipico per il pattern T1-T2-T3. La freccia di colore scuro a livello di T2 indica una traslazione limitata a sinistra; la lineetta indica la resistenza rilevata con la palpazione. La freccia di colore chiaro a livello di T2 indica una compliance crescente durante la traslazione a destra. Le frecce a livello di T1 e T3 mostrano asimmetrie speculari che comportano resistenza alla traslazione a destra ed una compliance sempre maggiore durante la traslazione a sinistra.

I segmenti C6, T2 e T6 sono stati esaminati per verificare se vi fossero asimmetrie in risposta ai tre test motori. In ogni punto, gli stessi test hanno rilevato la presenza di tutti i tipi di asimmetria motoria nei segmenti adiacenti (sotto e sopra). Come descritto precedentemente, [14,15], a disfunzione segmentale è un’unità fondamentale di asimmetrie motorie comprendente tre segmenti: le asimmetrie motorie di un segmento centrale primario sono accompagnate da asimmetrie motorie speculari nei segmenti adiacenti. La Figura 2 illustra questo concetto in relazione ai test di traslazione destra e sinistra da T1 a T3. Effettuare tre test motori su tre segmenti primari (C6, T2 e T6) e su segmenti adiacenti fornisce 27 possibilità di asimmetrie motorie. Queste asimmetrie motorie segmentali sono state registrate secondo il formato illustrato nella Figura 3. 

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Figura 3. Il formato usato per registrare le 27 possibilità relative ai rilevamenti palpatori dei tre test motori effettuati su nove livelli segmentali. I 27 rilevamenti palpatori qui registrati illustrano le specifiche asimmetrie motorie caratteristiche della presenza del pattern di asimmetrie motorie nell’area C6T2T6. Adattato da Johnston et al [9].

Tabulazione e analisi dei dati
I risultati dei test sono stati tabulati indicando la presenza del pattern (X nelle tabelle) o la sua assenza(O). La presenza del pattern durante le valutazioni iniziali e di follow-up (X-X) ne indica la persistenza. Cambiamenti nella presenza del pattern, da presente a assente (X-O) o vice versa (O-X) sono stati tabulati per studiare le possibili associazioni con questi cambiamenti. I cambiamenti nel livello di ipertensione o i cambiamenti dovuti a malattie o incidenti verificatisi nel periodo intercorso fra l’esame iniziale e quello finale sono anch’essi stati tabulati. La statistica di McNemar, [16] per associazioni appaiate del pattern C6T2T6 e un’anamnesi di ipertensione, è stata usata per testare le frequenze degli eventi accoppiati verificatisi all’inizio e alla fine dello studio. L’ipotesi nulla prevedeva che le frequenze di associazioni appaiate del pattern C6T2T6 osservate e l’anamnesi dell’ipertensione sarebbero state quasi identiche alle frequenze di distribuzione casuale che ci si aspettava. Rifiutare questa ipotesi statistica nulla avrebbe permesso di accettare l’ipotesi alternativa, ossia che la variazione derivante dalla distribuzione casuale fosse statisticamente significativa e si verificasse casualmente in un numero di casi minore ad una specifica percentuale. La nostra percentuale di studio è stata fissata a <.0,1.

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Tabella 1 – Pattern C6T2T6 durante l’esame iniziale in relazione allo stato ipertensivo (n=253)

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Tabella 2 – Frequenza del pattern C6T2T6 durante l’esame iniziale di coloro che si sono sottoposti al follow-up e di coloro che non si sono invece presentati in relazione allo stato ipertensivo.

Risultati

L’età dei soggetti variava dai 24 agli 86 anni, con una media di 59 anni. I soggetti erano pazienti ambulatoriali a breve e lungo termine e comprendevano molti individui diabetici e ipertesi. 25 di loro presentavano un’ipertensione labile o di grado 1 e 167 un’ipertensione di grado 2 o maggiore. Sessantun soggetti erano normotesi. Fra quelli affetti da ipertensione di due o maggiore 2 seguivano una cura farmacologia da un anno e altri cinque da meno di due anni, ma la maggior parte era in cura da meno di 5 anni.

La Tabella 1 mostra la frequenza del pattern C6T2T6 della disfunzione motoria segmentale rilevata durante l’esame iniziale nei 253 soggetti che si accingevano a cominciare lo studio in relazione al livello di pressione sanguigna.

Dei 253 soggetti che hanno iniziato la parte a breve termine di questo studio, 184 (73%) sono ritornati per la visita di follow-up dopo 4-8 mesi dopo. Inizialmente il pattern era presente nel 72% dei 184 che si erano ripresentati rispetto al 64% di coloro che non erano ritornati (Tabella 2). Un confronto dei livelli di pressione sanguigna nei due gruppi rivela una sovrarappresentazione proporzionale dell’ipertensione in coloro che si erano sottoposti al follow-up, l’81% vs. il 62%.

La Tabella 3 mostra i dati derivanti da osservazioni appaiate relativi al pattern C6T2T6 durante l’esame iniziale e di follow-up dei 184 soggetti che si sono presentati per la seconda visita. L’analisi McNemar del cambiamento nella distribuzione del pattern C6T2T6 nei due esami indica che la distribuzione non poteva essere ascritta al caso (P<.001,1 df).
Sono stati analizzati i fattori che hanno contribuito alla distribuzione. In questo intervallo durato dai 4 agli 8 mesi, nessun livello ipertensivo/normotensivo dei soggetti è mutato. Fra i 149 soggetti con un’anamnesi di ipertensione (di ogni grado), il pattern C6T2T6 è perdurato (X-X) nel 71% dei casi. Si è registrata una persistenza minore del pattern fra i soggetti normotesi (solo il 34%). Inoltre, nei 27 soggetti con un’anamnesi di ipertensione in cui il pattern era assente durante la visita iniziale, si è registrato uno sviluppo del pattern (O-X) in fase follow-up. Tredici soggetti ipertesi mostravano il pattern all’inizio ma non al follow-up (X-O). 

La Tabella 4 riporta i cambiamenti nella presenza del pattern C6T2T6 relativi a tutti coloro che si sono sottoposti al follow-up. Dei 105 soggetti con un’ipertensione di grado 2 o di grado superiore in cui il pattern era presente all’inizio, 95 lo ripresentavano durante il follow-up (X-X) mentre 10 non lo mostravano più (X-O). Tutti i 105 soggetti assumevano farmaci anti-ipertensivi al momento della visita iniziale e per tutto l’intervallo del follow-up.

I dati ottenuti dalle anamnesi stilate durante lo studio hanno indicato 11 casi di grave patologia, interventi chirurgici o incidenti fra i 105 soggetti con un’ipertensione di grado 2 o di grado superiore che presentavano il pattern C6T2T6 alla visita iniziale (Tabella 6). Solo un caso di grave patologia, insufficienza cardiaca, si è verificato nei 10 soggetti ipertesi che presentavano indici mutati.

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Tabella 3 – Presenza del pattern C6T2T6 durante l’esame iniziale e follow-up dopo 4-8 mesi in tutti i coloro sottoposti al follow-up n=184).

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Tabella 4 – Presenza del pattern C6T2T6 in 184 partecipanti sottoposti al follow-up in relazione allo stato pressorio.

Discussione

Persistenza del pattern C6T2T6
Il pattern (X-X) è perdurato nei 118 (89%) dei 132 soggetti che si sono ripresentati per il follow-up e in cui il pattern era presente durante la visita iniziale (Tabella 5). La letteratura medica osteopaticacontiene solo sporadici resoconti del monitoraggio di un’area segmentale tramite esame palpatorio alfine di individuare una disfunzione persistente. Tale situazione è tale nonostante la ampia ricerca di base condotta negli istituti medici osteopatici in cui i pattern stabili di attività alterata sono stati registrati tramite misurazioni strumentali. Gli studi strumentali sulle soglie motorie, la resistenza elettrica dell’epidermide e la temperatura epidermica hanno rilevato ripetutamente segni persistenti di riflessi e funzioni alterati, il che riflette un disturbo perdurante nelle componenti del sistema somatico [4,17,20].

Il fatto che 60 soggetti non abbiano completato lo studio può aver causato possibili errori sistematici. Il pattern C6T2T6 era presente nel 72% dei 184 soggetti che hanno completato lo studio, ma solo nel 64% dei 69 soggetti che lo hanno sospeso. Inoltre, la frequenza dell’ipertensione è maggiore fra i soggetti che hanno completato lo studio (81%) rispetto a quelli che lo hanno interrotto (62%). Questa differenza potrebbe essere legata al fatto che gli esami follow-up sono stati prenotati in concomitanza con le visite cliniche: ai pazienti ipertesi sono in genere fissate visite di follow-up ogni tre mesi; invece, ai pazienti normotesi affetti da altri problemi clinici acuti o cronici queste possono essere fissate con meno regolarità oppure sporadicamente. Questi fattori necessitano di un’attenta analisi per studi clinici futuri; le differenze qui rilevate potrebbero o non potrebbero incidere sull’interpretazione dello studio e delle associazioni suggerite.

Attendibilità dell’associazione ipertensione- pattern C6T2T6 
La presenza persistente del pattern C6T2T6 in questi soggetti non è stato un evento casuale. Sembra invece dipendere dal livello ipertensivo dei soggetti, come illustrato nelle Tabelle 3 e 4. La persistenza del pattern in soggetti normotesi appare casuale, ma potrebbe indicare fattori di rischio per lo sviluppo dell’ipertensione. Le evidenze derivanti dagli esami iniziali condotti in cieco su 253 soggetti (Tabella 1) orrobora l’associazione fra il livello ipertensivo e la presenza del pattern C6T2T6. Il pattern era presente nell’80% dei 167 soggetti ipertesi sotto controllo medico, ma solo nel 39% dei 61 soggetti normotesi, vale a dire, due volte più frequentemente nei soggetti ipertesi sotto controllo medico rispetto ai soggetti normotesi. L’analisi statistica dei dati ricavati da studi condotti a partire dal 1972 [8, 9, 21] corroborano l’ipotesi dell’associazione fra il pattern C6T2T6 delle disfunzioni segmentali e l’ipertensione.

possibili fattori che incidono sull’associazione fra il pattern e l’ipertensione sono esaminati nelle Tabelle 5 e 6. Durante il breve periodo durato dai 4 agli 8 mesi, i soggetti ipertesi si sono dimostrati abbastanza collaborativi nel seguire le prescrizioni per l’assunzione dei farmaci anti- ipertensivi. Dei 105 soggetti ipertesi (≥ grado 2), che all’inizio presentavano il pattern (X-X e X-O nella Tabella 5) 
Lo studio longitudinale si basa su una serie standardizzata di procedure e registrazioni rimaste immutate sin dal 1972. La standardizzazione dei nostri metodi di ricerca permette di effettuare un confronto fra dati provenienti da gruppi differenti studiati sin d’allora. Inizialmente valutiamo la presenza di disfunzioni somatiche regionali e poi eseguiamo un esame più approfondito per individuare la posizione dei segmenti disfunzionali nella regione toracica. Le disfunzioni segmentali, rilevate come asimmetrie motorie segmentali tramite un esame funzionale osteopatico costituiscono componenti chiave della disfunzione somatica. L’attendibilità della localizzazione delle aree di disfunzione somatica è stata determinata tramite descrizioni dettagliate dei test motori standardizzati prescelti e dei criteri relativi ai risultati positivi. La scelta di fissare ad un numero superiore a 23 la soglia minima di accordi richiesti è stata presa dopo aver effettuato un’analisi statistica dei dati raccolti da un ricercatore (W.L.J.) e due studenti esperti in questo tipo di esami.
 [8].

Alla necessità di una registrazione permanente dei punti si fa fronte trasferendo le aree di disfunzioni segmentali su un tessuto posto sopra la superficie dorsale del tronco, con i punti di repere spinali marcati a livello di C7, T4, T8 e T12. In alcuni casi l’obesità comporta un problema di accuratezza nell’individuare i punti spinali. Considerando il carattere preciso dei 27 rilevamenti mostrati dal pattern C6T2T6 delle asimmetrie motorie, ci si può aspettare che gli errori associati all’obesità contribuiscano a falsi-negativi piuttosto che a falsi-positivi.
L’attendibilità del pattern è accresciuta dalla presenza costante della disposizione speculare. I rilevamenti ai segmenti adiacenti mostrano gli elementi disfunzionali principali del pattern a livello dei segmenti C6, T2 e T6 e suggeriscono un adattamento del comportamento motorio entro ogni unità. Questo fenomeno delle asimmetrie speculari è un rilevamento fisico importante che ha aggiunto specificità al pattern del comportamento segmentale nella regione cervico-toracica. Il numero di risposte asimmetriche ai test motori nei tre segmenti contigui fornisce un discreto numero per un’analisi statistica.
In questo studio, i test motori sono stati effettuati nella maniera più precisa possibile e il numero delle variabili che incidono sulla risposta agli stessi è stato mantenuto al minimo. L’esame motorio passivo elimina l’influenza dei controlli relativi all’attività volontaria e alle reazioni posturali fasiche sull’attività muscolare scheletrica [22].

L’attività volontaria è soppressa dal paziente in relazione alla direzione dell’esaminatore. Le risposte posturali fasiche sono minimizzate dall’assunzione da parte del soggetto seduto di una posizione stabile e comoda durante il test motorio segmentale. L’individuazione di asimmetrie motorie speculari a livello dei segmenti adiacenti alla disfunzione segmentale primaria suggerisce i primi elementi per considerare l’ipotesi di una base neuropsicologica per questo fenomeno clinico (Kelso AF e Johnston WL, dati non ancora pubblicati).

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Tabella 5 – Cambiamenti nel pattern C6T2T6 in relazione allo stato pressorio per i soggetti sottoposti al follow-up (n=184).

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Tabella 6 – Cambiamenti nel pattern C6T2T6 in relazione a malattie o a incidenti in soggetti ipertesi sottoposti al follow-up (≥ Grado 2) nei quali il pattern era presente all’esame iniziale (n=105).

 

Commento

Il pattern di disfunzione motoria segmentale C6T2T6 è perdurata nei soggetti ipertesi nel corso del periodo di studio, che è durato dai 4 agli 8 mesi. L’associazione fra la presenza e persistenza dello stesso e un’anamnesi di ipertensione è significativa. La comparsa del pattern in soggetti normotesi è stata casuale. La natura della relazione fra il pattern e l’ipertensione sarà analizzata nella Parte 2, la fase a lungo termine di questo studio.

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